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mercoledì 31 luglio 2013

effetti collaterali. quando rimanere solo con me stesso è l'ultima e peggiore carta da giocare.

ascolto consigliato: details in the fabric (Jason Mraz ft. James Morrison)

Mi porto dentro questo post da qualche giorno, ho avuto bisogno di qualche tempo per elaborare la cascata emotiva che mi è piovuta addosso da quando sono tornato a casa.
Mi porto dentro la nostalgia di questo post da parecchi anni, mi è servito tutto questo tempo per arrivare a capire quello che, poi, mi è sembrato solo perfettamente banale.

Il privilegio che ha la Storia rispetto alla Cronaca è sicuramente di avere un punto di vista "a posteriori", quasi consolatorio.
Per analizzare il presente è necessario essere acuti.
Per analizzare il passato basta essere dei nostalgici pieni di rimpianti.
Ebbene, io appartengo alla seconda di queste categorie, quella categoria di persone che aspetta di proposito anni prima di analizzare a fondo il proprio vissuto per poi perderne il contatto al momento della resa dei conti. Io, persone del genere, le definisco vili, pavide.
Ecco, io sono fondamentalmente un vigliacco che ha maturato una tale abitudine al fallimento , una tale propensione alla delusione di me stesso e del mio prossimo da non farci più caso, se non dopo anni.
Appunto.
Ultimamente mi capita spesso di fermarmi a pensare come sarebbe andata a finire la mia storia se non avessi scelto come ho fatto.
Sarà per l'età che avanza, sarà perchè tutti i nodi presto o tardi vengono al pettine, sarà perchè ogni giorno la mia intolleranza aumenta in maniera geometrica piuttosto che lineare, mettetela come preferite ma questo è quanto.
Ferrara è diventata nel corso delle stagioni il centro focale del meglio e del peggio che si possa raccontare di questi trent'anni di vita. Un luogo allegorico in cui condensare i momenti più alti e più bassi, un grosso calderone in cui buttare tutto, mescolare e fare una media. L'ho detto subito, sono un vigliacco. Se avessi veramente le palle affronterei tutto questo con criterio, con la cura masochista tipica della categoria di persone abbastanza argute da fermarsi prima di fare 2 volte lo stesso errore. Io, invece, cerco solo di ripararmi dietro il punto di vista ovattato dal ricordo.
Ferrara ha visto anni della mia vita in cui ho bevuto da qualsiasi bottiglia.
Ferrara rideva quando alla fine del terzo round avevo una faccia che sembravo la Guernica.
Ferrara ha pianto il giorno in cui sono andato via in punta di piedi senza nemmeno salutare Sara.
Ferrara si è girata dall'altra parte quando me ne sono tornato a casa senza laurea e senza voglia di vivere.

Ferrara è ancora li dove l'ho lasciata, avvolta nella sua soffocante cappa di umidità.
Ferrara ha visto così tante facce da aver dimenticato la mia, io invece la ricordo anche troppo bene.

A Ferrara nessuno ricorda le risse del mercoledì, gli sguardi dell'ora di biochimica, i bigliettini passati di mano in mano all'ora di botanica. Io però ricordo ancora quel profumo delicato, quei capelli, quegli occhi, quei sussurri, quei sorrisi imbarazzati potenti come un stretta alla gola. asfissianti come l'afa di stanotte.

A Ferrara non c'è più nulla per me, solo un fitto deserto abitato dai fantasmi di tutte le scelte sbagliate, una palude di rimpianti dove affondare carico di tutte le parole che non ho mai avuto il coraggio di dire. Sono un vigliacco abituato a mollare la presa alla prima difficoltà, sono un fighetto superficiale a cui è importato più dell'opinione altrui che dell'amor proprio, sono uno di quei vagabondi ingobbiti dal proprio fardello di frustrazione, sono tutto tranne la persona che avrei voluto essere.
Avere vent'anni e la presunzione di vincere la partita senza nemmeno guardare le proprie carte equivale a fallire irrimediabilmente.
Avere vent'anni, essere presuntuosi e talmente arroganti da perseverare nei propri errori significa perdere la partita intera.
Capire tutto questo con anni di ritardo sfugge a qualsiasi definizione, anche alla più scurrile.
Se avessi le palle non proverei questo senso di autocommiserazione, questa pena, questa morsa al cuore.
Se avessi le palle ora potrei dirmi libero dalla schiavitù del rimorso, invece di trovare ancora consolazione fra le pagine di questo blog.
La verità è che non ho mai affrontato così intensamente tutto questo.
La verità è che provo una rabbia abissale per aver pagato il conto dieci anni dopo.
Qualcosa dovrà pur rimanermi una volta sgravato dal peso di interi anni buttati nel cesso.
Si chiama catarsi questa boccata di aria pulita ? Non so, ma forse me ne renderò conto domani. Oppure fra altri dieci anni.

... if it's a broken heart then face it...    

Addio Ferrara.

sabato 27 aprile 2013

Abnormal Crew e i sogni di rock'n'roll...





Guess who just got back today?
Those wild-eyed boys that had been away
Haven’t changed, haven’t much to say
But man, I still think those cats are great!! …

Solitamente la parte più complicata di un articolo è l’incipit, quando poi vuoi scrivere di qualcuno che ha sovvertito irrimediabilmente il tuo modo di approcciarti al custom e, per esteso, alle due ruote, ecco che il compito diventa ancor più gravoso.
Per mia fortuna questo non è né il luogo né il momento per affrontare una difficile critica estetica, per mia fortuna questo foglio bianco ospiterà una storia a lieto fine (come non se ne vede da qualche tempo), la storia di cinque ragazzacci accomunati da un sogno a quattrotempi e quattromura che il destino ha deciso di ribattezzare Punto Di Fuga.
In ambito prospettico viene definito come “un punto verso il quale le linee parallele sembrano convergere” (cit.), nel caso in questione, invece, sono le stesse vite di Frenky, Samu, Luz, Teo e Ste ad essersi incontrate per chissà quale disegno e ad aver dato vita a qualcosa che sfugge ad ogni genere di definizione; qualcosa di talmente solido e concreto da avere un indirizzo: via Grumello, 61 – Bergamo, ed una cassetta della posta sulla quale si legge a chiare lettere: Associazione Culturale Punto di Fuga (amatori della motocicletta).
Qualcuno di voi, miei cari tredici lettori, starà pensando sicuramente che non ci sia nulla di nuovo od innovativo nella fondazione di un’ennesima associazione culturale e che, forse, l’unica nota degna di menzione riguardi i conosciutissimi padri fondatori (per chi non lo sapesse, quei sognatori al profumo di benzina una volta erano noti col nome di Abnormal Cycle…), in realtà, l’aspetto davvero deflagrante e rivoluzionario, ciò che giustifica un simile dispendio di parole, sta nella precisa volontà di realizzare un luogo di aggregazione e divulgazione culturale nel senso più alto ed ampio del termine!
A metà strada fra l’officina, la live performance meccanica ed il museo, il P.d.F. farà da cornice a numerosi eventi collaterali ed affini allo stile custom, pur rimanendo un luogo di ritrovo ideale per chiunque, cercando scampo allo stress e alle fatiche lavorative, vorrà fermarsi a bere una birra, fare quattro chiacchiere e godere della tradizionale ospitalità della Crew.
Se avete ancora qualche dubbio, o se, più semplicemente, non vedete l’ora di mettere alla prova lo staff di Abnormal Crew nelle vesti di cordiali padroni di casa, non dovete fare altro che presentarvi al party d’inaugurazione il 27 aprile alle 14:00… ricordatevi solo di portare con voi un abbraccio ed un sorriso sincero…
Ci vediamo li...

…the boys are back in town!!
 
 
  

domenica 13 gennaio 2013

GLOBAL KUSTOM CREW: qualcosa bolle in pentola !!


Si tratta sicuramente di qualcosa di grosso anche se al momento non se ne sa molto.

Era nell’aria da qualche tempo una mossa simile, ma stasera qualcosa si è mosso concretamente nell’ambiente Kustom, rimbalza da un profilo all’altro un post pubblicato in forma anonima su Face Book, la pagina che al momento lo ospita e che in serata ha calamitato non poche adesioni col suo primo comunicato, si chiama “The Global Kustom Crew”.
La like page ha visto una discreta adesione fin dai primi minuti e vede di ora in ora il numero dei consensi lievitare,  grazie al contributo di molti mostri sacri del settore kustom.
A quanto pare non si sa bene chi possa esserne l’autore, anche se com’è evidente dallo scritto, si tratterebbe sicuramente di un addetto ai lavori o di un professionista di settore il cui “patrio sentire” ha avuto meglio sull’omertà. 
Il testo, piuttosto lungo ed organico, mette in luce una condizione “da ultimi della classe” di parecchi “artigiani del Kustom” (guai a chiamarli artisti!!) e continua facendo riferimenti a possibili manipolazioni da parte di riviste ed organizzatori di eventi in modo da promuovere personaggi dalle qualità artistiche discutibili ma con doti economiche tali da consentire loro pubblicazioni, stand in posizioni favorevoli, pubblicità in prima pagina, copertine e chissà cos’altro; se così fosse verrei facilmente indotto a pensare che anche questo ambito sia stato corrotto irrimediabilmente dal classico modo di fare all’italiana, tuttavia l’articolo prosegue con un suo svolgimento incentrato sulla proposta di creare una nuova ed innovativa associazione chiamata “the Global Kustom Crew” con lo scopo preciso di consorziare, tutelare e far crescere un folto gruppo di artigiani del settore in modo da favorire sia una sana e pari competizione, quanto il rapporto fra i suoi vari componenti.
Alla luce di questo potrei azzardare anche un pizzico di ottimismo e positività come non ne sentivo da qualche tempo.
Per ora i contorni della ventura “rivoluzione” sono ben poco chiari e le novità in merito arriveranno col contagocce, di chiaro e lampante c’è solo che piano piano qualcosa si stia muovendo in una direzione inattesa. Fuori dal coro. 

Buona Strada Global Kustom Crew!!
... sicuramente non sarà una passeggiata di salute, ma, se è vero che il buon giorno si vede dal mattino, avete tutte le carte in regola per fare realmente la differenza ...